Per la A dilettanti una stagione infernale

Ennesimo ribaltone.
Lunga negli ultimi anni la lista dei cambiamenti agli organici dei campionati dilettanti, basti citare le otto retrocessioni che nel 2006/2007 portarono i campionati a 14 squadre in B1 (con Palestrina tra le coinvolte), oppure quella relativamente recente che ha deciso di ripristinare le sedici formazioni per girone a partire da questa stagione.

A conferma di una cronica mancanza di riforme serie e durature, tutto cio’ rimarra’ tale per soli 12 mesi con il prossimo campionato che sara’ propedeutico al nuovo cambiamento che portera’ l’attuale terzo campionato nazionale ad essere una sorta di “campionato di sviluppo”, 24 squadre ammesse rispetto le 32 attuali.
Basta un rapido conto per comprendere la portata di tale riforma che di fatto rivoluzionera’ gli organici del mondo dilettantistico. La bellezza di sedici retrocessioni in B dilettanti, frutto di sei squadre per girone in maniera diretta (dalla 11a alla 16a), altre quattro dagli spareggi playout incrociati fra i due gironi che interesseranno dalla 7a alla 10a piazza (settima del girone A contro decima del B e cosi’ via).
Appena cinque dunque (dalla 2a alla 6a) le squadre che avranno la certezza di disputare la A dilettanti 2011/12, fermo restando una promozione a girone in LegaDue e viceversa la retrocessione dalla serie professionistica, e le “classiche” quattro vincenti la B dilettanti che si andranno a distribuire nei gironi del nuovo format. Altri quattro posti per le squadre vincenti il turno di playout e per giungere al fatidico 24 mancano esattamente quattro “vuoti” da colmare… come? In barba al piu’ sano diritto sportivo del campo saranno scelte tra alcune societa’ che faranno pervenire richiesta di usufruire di questa “wildcard”, selezionate in base ad importanza della citta’, palazzetto di 2500 posti almeno, alte garanzie fiediussorie ed altri parametri, il tutto nell’ottica di rianimare vecchie piazze storiche che abbiano nel tempo perso l’antico fasto a discapito magari di realta’ meno pubblicizzate ma che ormai da decenni scrivono pagine importanti della pallacanestro.
E non finisce qui, in quanto tra le prerogative si richiede anche l’iscrizione ai campionati giovanili di quattro formazioni di cui due nei campionati Eccellenza, ebbene si perche’ l’altro grande traguardo che si e’ voluto prefiggere e’ quello di destinare a questo campionato di sviluppo il compito appunto di far maturare i giovani virgulti, specificando che nella prima stagione (2011/12) si avra’ l’obbligo di presentare nel roster 3 giocatori under 23 e 2 giocatori under 21, e dalla successiva 3 under 23 e 3 under 21 (ma uno e un solo atleta che abbia avuto un tesseramento under o senior per tre anni sportivi con la stessa societa’ sara’ equiparato ad un posto under).
Difficile dunque immaginare i riscontri per la stagione ventura, pesantemente condizionata da una percentuale molto alta di ritrovarsi declassata dopo una stagione soddisfacente. Davvero singolare poi che a pagare potrebbero essere societa’ come Palestrina, ma anche altre, che gia’ ora rispecchiano in pieno i criteri di definizione per la squadra “meritevole” di partecipare in tale torneo. Settore giovanile gia’ affermato, utilizzo in pianta stabile di 5-6 giocatori in eta’ under, certezze economiche e importanti campionati alle spalle… staremo a vedere, quello che c’e’ di certo e’ che quest’anno la A Dilettanti, ex B1, ex B eccellenza, ma in sostanza sempre il terzo campionato nazionale, vivra’ una delle annate piu’ strambe della sua storia e forse irripetibile, con il 50% delle iscritte che a fine anno subira’ l’onta della retrocessione. Benefici reali per il basket italiano? Difficile inculcare il concetto di crescita giovanile in ambienti poco avvezzi a determinati progetti, chi per necessita’ di investimenti quasi totali sulla prima squadra, chi per scarsa tradizione (ed e’ il caso di grandi citta’ dove non equivale l’equazione grande piazza). Miglioramento dell’aspetto tecnico? Tutto da dimostrare se prima non avverra’ un miglioramento della base giovanile, attualmente restano pochi gli under di livello impiegati e pensare di trasferirne una gran parte dalle serie minori al solo fine di ottemperare all’obbligo di sei atleti rischia di non essere sinonimo di buona riforma. Dal mercato giocatori che ne derivera’ si avra’ anche una stima del cambiamento dei costi per una terza serie, verosimilmente con corsa ai quattro giocatori over su cui basare formazioni di alto spessore e lievitazione del prezzo degli under, alla ricerca dei piu’ capaci e forse iper-valorizzando quelli con meno qualita’. Ambasce che Palestrina non si dovrebbe neanche porre, forte della presenza di giovani cresciuti nel vivaio e dunque che non vanno a gravare sulle spese di parametro e costi in genere (a tal proposito, aumentati i parametri per atleti svincolati, una sorta di premio per le societa’ particolarmente brave nello sfornare giocatori), ma ben poche sono oggi le squadre che possono pronosticare di ritrovarsi ai nastri di partenza del campionato di sviluppo 2011/12… Chiudendo, come non ricordare, l’introduzione della “Wild Card” con cui dal 2010/2011 la penultima classificata del campionato di serie A potrà cancellare la retrocessione in LegAdue versando un “premio di risultato” di 500000€ nelle casse della seconda classificata del campionato sottostante: benvenuti nel basket business!