Parafrasando il testo di una vecchia canzone di Francesco De Gregori si rende perfettamente il clima che si respira nel campionato di A dilettanti che sta disputando la Itop Palestrina.
Quanto successo ieri sera è l’ennesima e palese dimostrazione delle astruse decisioni prese dal governo del basket (leggi Federazione). Un campionato che fin dal suo concepimento è stato ammazzato con la riforma, che dal prossimo anno porterà solo 24 squadre a frequentare l’elite del basket dilettantistico, e che a tre/quattro turni dalla fine della regular season rischierà di venir falsato dalle numerose squadre che saranno già retrocesse. Le continue perle delle decisioni FIP non finiscono mai. Il turno infrasettimanale di ieri è stata l’ennesima “cazzata” orchestrata da chi dietro una scrivania non conosce minimamente le esigenze del pubblico del nostro sport. Un turno di calendario feriale, previsto per i due gironi alle ore 18 di un mercoledì qualunque, che solo grazie all’intelligenza e alla disponibilità di molte società del nord Italia ha visto le gare spostate alle ore 20.30 o 21.00 permettendo ad un vasto pubblico di seguire per intero la gara.
Non certo nel girone sud dove la poca sportività di tante società ospiti non ha permesso di correggere la scelta miope della federazione: gare lasciate con l’orario indicato dai calendari e spettatori ai minimi storici. Così la prima parte di gara tra Palestrina e Patti , iniziata puntuale alle ore 18, si è giocata alle presenza di 42 spettatori sulle tribune e circa 40
addetti ai lavori nel recinto di gioco. Bravi i Soloni della nostra federazione che hanno fissato alle 18 l’inizio delle gare e complimenti alla sportività di tutte quelle squadre del girone B che non hanno accettato (leggi anche Patti) lo spostamento di orario. D’altronde erano sicuri che giocare davanti a 4 gatti le avrebbe favorite e così in effetti è stato; perché non è certo un caso se ieri, su 7 gare giocate nel girone B alle 18, ben 5 hanno visto vincere le squadre in trasferta e al Pala Iaia solo un miracolo di Ricciardi, sulla sirena del tempo regolamentare, ha impedito a Patti di espugnarne il sesto. Ma si sa, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e non poteva immaginare (sempre il diavolo) che una gara iniziata in modo sonnacchioso e asettico, davanti a 4 gatti, sarebbe poi diventata una delle più calde degli ultimi tempi con gli spettatori (nel frattempo aumentati a circa 160 unità) inferociti contro un arbitro (Vanni Degli Onesti), assoluto protagonista in campo (in senso negativo), e contro un provocatorio atteggiamento di un coach avversario che pensa sempre di farla franca (forse lo hanno abituato così)!
Ma il basket, nonostante i numerosi tentativi di ammazzarlo, è vivo e le emozioni e l’adrenalina del finale di gara di ieri tra arancioverdi e siciliani hanno scritto ancora una pagina di quelle da sottolineare e tenere per tanto tempo nell’album dei ricordi. In un attimo si è rivissuta la magica atmosfera delle grandi battaglie vinte negli anni passati dalla formazione arancioverde: dai successi sulla sirena contro Soresina, alla magia di Angeli nella finale contro Cagliari e si è rivisto, soprattutto, il pubblico fare il sesto giocatore in campo, grazie ragazzi. Adesso non mollate. Hanno ammazzato il basket, il basket è vivo.