Il “grande basket”, ormai relegato ai trafiletti dei giornali sportivi, trova spazio sui media solo per gli improbabili arrivi delle stelle NBA a tempo determinato e vede girare le risorse economiche solo nelle incredibili multe imposte dagli arbitri (un semplice sporgersi dalla transenna che delimita il campo di gioco è ormai “ regolamentato” come tentativo di invasione) o nella “rapina a mano armata” delle percentuali che la FIP impone sui parametri che spettano alle società per i giocatori svincolati di formazione che giocano nelle altre squadre. La Nazionale e il campionato di Lega A sono al minimo storico di seguito televisivo e la composizione dei campionati è ormai demandata ai tribunali ordinari. Ci si aspettava ben altro dall’avvento di Meneghin ma evidentemente, per il male oscuro del basket, servivano altre iniziative. L’edulcorato mondo del basket nazionale dovrebbe prendere esempio dall’ambiente prenestino: solo a Palestrina il fenomeno basket non sarà mai relegato all’angolo e chi arriva da queste parti, sia esso coach o giocatore, ben sa che dovrà sottoporsi al giudizio di un pubblico che mangia pane e basket da mezzo secolo.
Era quasi scontato che a quest’ambiente una due giorni da incubo, come quella vissuta contro la Stella Azzurra (in DNB e con gli under 19), venisse vissuta in modo sanguigno: i più disparati commenti, già nell’immediato post partita delle due gare, hanno animato tifosi e dirigenti. Il verdetto è stato: “lesa maestà al basket prenestino”.
Cerchiamo, nel nostro piccolo, di riportare la calma stabilendo però alcuni principi che debbono valere per il resto della stagione se si vuole veramente il bene del basket arancioverde.
Prima squadra: quanto successo nella settimana che ha preceduto la sfida con la Stella Azzurra, con l’uscita dal roster di Di Marcantonio, non poteva non lasciare alcuni pericolosi strascichi; la società ha richiamato al proprio dovere giocatori e coach e adesso si pretende che nelle prossime due gare (Agropoli e Giugliano) ognuno si assuma le proprie responsabilità: due vittorie contro squadre sulla carta inferiori a quella prenestina e punto e a capo. Altrimenti saranno altre le considerazioni da fare.
Under 19: presentarsi alla sfida più importante di questa fase senza il play Quartuccio era una corsa ad handicap contro l’altra squadra imbattuta del girone. Ha lasciato comunque perplessi la scelta di spremere i giocatori chiave della sfida (leggi Nozzolillo e Brenda) nelle gare del fine settimana addirittura in C2 (sabato). La società prenestina, di concerto con la Virtus Praeneste, ha deciso ad inizio stagione di competere in più campionati non certo per far giocare sempre i soliti “noti” ma per dare le opportunità di gioco a tutti i ragazzi del settore giovanile. Dopo pochi mesi dobbiamo già assistere, come nelle precedenti stagioni, alle prime defezioni di giocatori che non riescono a trovare spazio nelle varie rappresentative. Certo il posto sul parquet non è un diritto divino, ma una maggiore attenzione dei coach del settore giovanile all’allargamento della base sarebbe auspicabile. Se si va avanti così, con un basket elitario, il rischio è di trovarsi, in poco tempo, con un vivaio composto solo da giocatori presi in prestito dalle altre società.
Capitolo coach Carosi: il carattere di Carosi è ben conosciuto da quando ha iniziato a frequentare i parquet dalla panchina; non scopriamo certo l’acqua calda nel sostenere che, piaccia o no, il suo è un basket che nasce dal forte carattere e dalle sue personali convinzioni su alcuni temi tattici. Ci si potrebbe interrogare se è il coach più adatto ad amalgamare giovani di ottima qualità (che il resto d’Italia ci invidia) a senior che in quanto a qualità di gioco ed esperienza hanno poco da dimostrare (parlano i loro curriculum). Ci si potrebbe chiedere se sia più giusto cambiare il tema tattico della gara in riferimento all’andamento della stessa e dei giocatori che si hanno in campo oppure continuare imperterriti a cercare di imporre la propria filosofia di gioco. Si potrebbero contestare i motivi per cui alcuni giocatori sono stati spediti in panchina domenica scorsa senza fare più ritorno sul parquet costringendo alcuni compagni a giocare fuori ruolo; ma ci si troverebbe sempre di fronte alla stessa risposta: chi deve decidere è il coach; è lui che ha la responsabilità della conduzione tecnica ed è lui che avrà poi onori in caso di vittoria o improperi in caso di sconfitta. E’ giusto quindi che solo a lui spettino le decisioni tecnico-tattiche.
Tifosi: si è sempre sostenuto che chi paga il biglietto ha il diritto di criticare lo spettacolo, di alzarsi e andare via già dopo il primo quarto, di far sentire il proprio disappunto dalla tribuna. Ma, lo impone la serietà del giudizio, ci si dovrebbe interrogare se le posizioni prese da alcuni tifosi siano già prese in anticipo prima di entrare al Pala Iaia o siano le effettive conseguenze della gara a cui si assiste. E’ evidente che, nel primo caso, non possono trovare il nostro sostegno mentre, nel secondo caso, siamo i primi a sottolineare l’utilità delle critiche anche quale contributo alla crescita della squadra.
E la società? La società, dopo il grande sforzo economico sostenuto per iniziare una stagione che era fortemente a rischio, deve vigilare che il giocattolo non venga rotto da chi è regolarmente rimborsato per portare avanti questa appassionante avventura e controllare attentamente che tutto venga preparato per ottenere quei risultati che l’ambiente si aspetta. Poi sarà chiamata a prendere le decisioni anche in base ai risultati raggiunti: nello sport è importante partecipare ma ancora più importante vincere altrimenti la domenica (e anche durante la settimana) sarebbe meglio dedicare il nostro tempo a cose che ci fanno sicuramente “arrabbiare di meno”.
Ora rimbocchiamoci le maniche in vista di quindici giorni che potrebbero cambiare il corso della stagione: nel campionato DNB delle due gare contro Agropoli e Giugliano ne abbiamo già parlato e per l’Under 19, l’occasione di lunedì prossimo (ore 20 Pala Iaia) contro la Virtus Roma (appaiata ai prenestini al secondo posto), è fondamentale per non vanificare gli sforzi fatti finora.
Per il resto: CALMA RAGAZZI!