Come volevasi dimostrare

Non avevamo dubbi che venisse respinto il ricorso presentato dalla Itop Palestrina avverso alla sconfitta 0-20 sanzionata nel referto arbitrale della gara di domenica contro Rieti. E’ la dimostrazione di quanto andiamo predicando da inizio campionato e che trova  palese conferma nella  squalifica del campo da gioco per due giornate di un mese fa (assolutamente non giustificabile con quanto era accaduto al Pala Iaia) e del trattamento che  arbitri e commissari di gara (domenica guarda caso era anche assente il commissario al tavolo) stanno riservando alla nostra squadra.

Non è fantascientifico affermare che va punita una società che punta in questa stagione sul risparmio sui famigerati NAS  e se avete difficoltà di capire andate a documentarvi che giro di milioni di euro vengono versati alla Federazione per il pagamento dei parametri dei giocatori (non proprietà delle società in cui giocano). Andate a studiarvi a fondo tutti i cambiamenti proposti per riportare nella massima serie di basket le grandi città e le società con più tradizione in serie A. Cosa possiamo farci noi piccola città di provincia, con soli 20000 abitanti e 50 anni da dilettanti, contro questa riforma che porterà solo danni al basket dilettantistico? Se si continuano a tenere in vita società indebitate fino al collo e si concedono dilazioni ai pagamenti dei NAS alle grandi piazze, pur di illudere il pubblico che la loro squadra potrà ancora pensare in grande,  cosa volete che sia  immolare per questa causa  una passione di un piccolo paese?

Ormai il destino degli arancioverdi è scritto, così come quello di tante società che hanno fatto del sacrificio e della passione pura la loro regola di vita. Altrimenti come spiegare che quando gli arbitri vengono insultati da tesserati dentro il campo o nel corridoio dello spogliatoio, solitamente il giudice sportivo squalifica e inibisce i tesserati per un certo numero di settimane e invece a Palestrina lo “scambio di opinioni” tra due tesserati della nostra società, gli arbitri e il commissario si è trasformato in una squalifica del campo? Chi era presente al termine della gara contro Matera ha visto bene che nessuno dalla tribuna è entrato nel rettangolo all’interno delle transenne.

Perché domenica l’arbitro Triffiletti (non nuovo a penalizzare gli arancioverdi) e il suo collega  Caputo quando sono arrivati e hanno richiesto di visionare l’attrezzatura di riserva, prevista nel regolamento, hanno richiesto che venissero preparati a mano solo i fogli manuali per il 24 secondi di riserva? Perché non hanno segnalato subito anche l’assenza del conta punteggio manuale? Durante le concitate fasi del time out io personalmente ho preparato 40 serie di numeri in formato A4 (con la stampante portata per le statistiche)  ma gli arbitri non hanno voluto neanche prendere in considerazione questa ipotesi essendo per loro trascorso troppo tempo dalla interruzione. Inutile sottolineare che quando sono usciti dal campo, pur essendo passati meno di venti minuti dalla interruzione, hanno ribadito che non si trattava di   aspettare un termine,  per loro la gara non doveva neanche iniziare in assenza dell’attrezzatura di riserva. Perché allora l’hanno fatta iniziare e solo quando il personaggio della dirigenza reatina (vedi foto) che stazionava in tribuna durante la gara è sceso sul parquet a parlare con gli arbitri e chiedere di sospendere definitivamente la gara hanno accelerato la chiusura del referto nonostante a coach Galetti avessero dato autorizzazione a far riscaldare in campo i giocatori dichiarando che si sarebbero recati nello spogliatoio per altri  5 minuti di sospensione? Tutto documentabile dalle riprese, dalle foto e dalle testimonianze ma il giudice sportivo non ha voluto neanche ascoltare la nostra posizione. Contava solo il referto dei due arbitri. Non conta niente il fatto che il tabellone ha ripreso a funzionare non appena mani esperte l’hanno manipolato, non conta niente che non sono passati neanche 20 minuti dall’interruzione al rifunzionamento delle apparecchiature, non conta niente che un dirigente reatino, non a referto, sia sceso in campo quasi a minacciare gli arbitri di chiudere la gara.

Perché di tutto questo non si trova traccia nelle decisioni del giudice sportivo? Vuoi vedere che qualcuno vuole far tornare presto  in paradiso la gloriosa Sebastiani Rieti morta, sportivamente parlando, a Napoli nello scorso campionato?

Ci piacerebbe tanto venire smentiti e sbugiardati dai fatti; e non avremmo vergogna ad ammettere il nostro errore di valutazione; però, purtroppo, se la tua società viene punita duramente per “quattro cazzate” mentre altri campi molto più caldi non vengono mai squalificati e gli arbitraggi diventano premurosamente compiacenti forse anche per paura, se adesso è arrivato il misfatto dello 0-20 a tavolino sul campo di Latina perché le ufficiali di gara, inviate per la prima volta in assoluto sul parquet pontino, hanno mandato in tilt il tabellone elettronico peggiorando il tutto con maldestri tentativi di riavviarlo, come dar torto alle mie supposizioni?

Se nella prossima gara   prevista in campo neutro, il prossimo 8 dicembre contro Sant’Antimo, dovessero ritrovarsi sul parquet solo gli arbitri e la squadra avversaria ci sembrerà la degna conclusione di questo periodo  da incubo. Sarà  un po’ la morte del basket e noi pensiamo di conoscerne gli aguzzini.

Grazie giustizia sportiva, grazie FIP.

(Agapito Fornari addetto stampa pallacanestro Palestrina 00222)

Questa foto è stata scattata alle ore 18.44, dopo 19 minuti dall'interruzione e il tabellone già era nuovamente funzionante grazie all'intervento del sig. Michael John Di Capua del volley Latina.

Prima in tribuna e poi a chiedere la sospensione della gara in campo: si può fare?
Ecco i ventiquattro di riserva richiesti dagli arbitri al nostro addetto arbitri prima della gara

Ecco il contapunteggio manuale preparato inutilmente durante l'interruzione del gioco.