La storia siamo noi. Ripartire da questo motto per ripensare ad una domenica che ci ha portati dritti dritti alla qualificazione alla semifinale play-off ma al termine di una gara combattutissima contro la temibile Campli. Una domenica vissuta dal primo pomeriggio a scrutare una squadra, la nostra squadra che doveva dare un segnale fortissimo a tutti dopo la sconfitta di gara 2 a Campli di giovedì scorso che aveva creato perplessità nell’opinione pubblica del bar dello sport cittadino dimenticando però che la pallacanestro, il play-off sono questi. Nulla è scontato. Ed allora? Vorrei dire che me lo sentivo che andava a finire così, ma non è così dopo aver visto il punto a punto dei primi minuti di gioco, del sorpasso biancorsosso salvo poi capire che in teoria, mancava un’eternità, in pratica con questo Palestrina che forse non era lucida ma impaurita di non farcela. Così almeno pensavo o pensavamo ma gli occhi sono andati a quella panchina che avevo a due passi dalla mia postazione in cui ho scrutato uno ad uno gli sguardi dei diretti interessati che, oltre ad ascoltare coach Gianluca Lulli guardavano noi, la gente, quella gente che ha lasciato le automobili lungo la Pedemontana per sostenerci, per viverci e non si doveva deludere quest’Amore che a Palestrina regna sovrano dal 1962. Quella gente che ci ha dato un messaggio nitido quasi a volerci dire “Entra al PalaIaia chi tifa, esce chi critica senza costruire qualcosa di utile pe ril bene del basket a Palestrina”.
E invece, non so perché, quando Campli ha preso quasi il largo facendo pendere l’ago della bilancia della qualificazione verso i colori abruzzesi, sono rimasto ad assistere a quella che sembrava la disfatta, la rovina, la caduta degli Dei arancioverdi. Sembrava davvero la fine, con il ripresentarsi di errori al tiro che parevano l’ultima dichiarazione di resa, ma la forza di reagire eccola dietro l’angolo e riordinare le idee è stato il tic-tac della rimonta del Palestrina che, come un pugile, ha prima accusato il colpo salvo poi rialzarsi rifilando all’avversario il ben servito sul parquet.
Poi è successo di tutto: i l tempo pareva scorrere veloce e inesorabile, come succede sempre quando sei sotto e devi recuperare, ma a un certo punto si è come fermato a ripensare alle giocate che spesso vediamo negli allenamenti, gioco veloce, precisione al tiro e soprattuto la personalità nel saper recepire il messaggio del pubblico, quel Pa Pa Palestrina entrato nella mente dei nostri eroi, si eroi perchè la rimonta non era per niente scontata contro Campli. La reazione che tutti volevamo, in primis loro, i nostri ragazzi con quella canotta fradicia di sudore, dimostrazione che abbiamo davanti a noi un parco giocatori ed uno staff tecnico-organizzativo di primissimo livello. La pallacanestro è questa, a volte ti toglie il sorriso con le sconfitte, altre volte ti regala delle gioie enormi che si chiamano vittorie e molto di più. L’abbraccio delle gente festante arancioverde sugli splati, quell’abbraccio di Giuseppe Cilia con Fabiola e Sarah, come a voler dire, “Ci siamo, non lasciateci mai soli, città, pubblico, sponsor, ragazi tutti”. Quell’abbraccio che Gianluca Lulli ha dato personalmente a tutti i suoi ragazzi e, che, come un Padre ha preso per mano i suoi difendendoli sempre anche quando il risultato segnava -8. Tutta la dirigenza si è ulteriormente compattata a sostenere la squadra, nessuno escluso, un incoraggiamento totale. La gente ha capito, ha iniziato ad innalzare il coro di sempre, Tutti in piedi per Palestrina, Pa Pa Palestrina, ha capito che era il momento di scrollarsi di dosso quella paura per restituire ai ragazzi la tranquillità della rimonta, della certezza di vincere la serie e portare Palestrina in semifinale.
A maggior ragione perché ottenuta contro un avversario mai domo, Campli.
A maggior ragione perché ormai sembrava che tutto potesse girare storto.
A maggior ragione perché comunque ci abbiamo creduto fino alla fine dimostrando, casomai ancora ce ne fosse bisogno, cosa vuol dire essere la Pallacanestro Palestrina
A maggiore ragione perchè la gente crede nella Pallacanestro Palestrina come noi nel progetto cestistico a tinte arancioverdi.
La semifinale è nelle nostre mani, con 2 gare interne, domenica e martedì, 2 fuori, siamo la Pallacanestro Palestrina e, con questo spettacolare e caldissimo pubblico, il sogno diventerà realtà. Grazie di esserci, ieri, oggi e domani, Pa Pa Palestrina
M.R.