Correva l’anno 2010, in estate argomento principale nel mondo cestistico era tanto per cambiare l’idea di una riforma dei campionati. Una delle tante, che evidentemente non hanno mai risolto molto vista la necessità nella stagione successiva o al massimo dopo due anni di effettuare importanti correzioni. La Serie A dilettanti veniva così pesantemente condizionata nella programmazione dopo la decisione di passare a 24 squadre, con la conseguenza che ben sedici formazioni sarebbero retrocesse a giugno. Una mazzata che imponeva l’uso di ingenti somme di denaro per assicurarsi la permanenza oppure una stagione soft ma destinata agli ultimi posti, quest’ultima sarà la linea programmatica proprio di Palestrina. A distanza di quattro anni si potrebbe intanto tracciare un quadro del destino riservato alle vecchie partecipanti, tra quelle che si salvarono solo provvisoriamente ed altre che retrocedettero nonostante gli sforzi. Nel girone A hanno proseguito Brescia, Treviglio, Moncalieri-Torino e Omegna, Piacenza fallirà nel torneo 2012-13, così come Perugia dopo un campionato infelice. Scorrendo verso il basso chiusura per Castelletto e Pavia, inizio del declino per la Virtus Siena, sparite Ozzano e Riva del Garda (anch’essa nel 2012-13), tuttora vive solo Recanati (Silver in affanno) e Senigallia (DNB). Nel girone B la corazzata Trapani ripartirà dalla C dopo la mancata iscrizione in Legadue, Ostuni, Anagni e Ruvo hanno ricominciato dal regionale, Sant’Antimo ha chiuso i battenti cedendo il titolo a Napoli, Ferentino fa eccezione e ancora oggi è presente in Gold. Salve ai playout Matera e Latina, attualmente in Silver e DNB, Potenza ha invece alzato bandiera bianca, Molfetta è dovuta ripartire dalla C. Tra le retrocesse brutta fine per Patti e Massafra, Rieti tra alterne fortune ha perso il titolo ma ha intrapreso un nuovo inizio in DNB, bene Agrigento che con la programmazione è risalita e due mesi fa ha conquistato la Gold. Bisceglie e Palestrina, infine, proseguono saldamente in DNB.
Tante polemiche per la scelta di assegnare quattro posti in base alle “wild card”, una di queste finì a Trento che la serie l’aveva persa ai playout ma economicamente non destava preoccupazioni. Meneghin volle fortemente premiare tre grandi piazze e alla fine di alcune valutazioni si ritrovarono in A dilettanti tre grandi città: Napoli, Bari e Firenze.
La storia di Napoli risultava travagliata da alcune stagioni, dopo la farsa del trasferimento di Rieti a Napoli con la massima serie che subì per tutto l’anno una situazione grottesca con campionato condotto da giovanissimi reatini e relative batoste. Ma non andò meglio alla Nuova Pallacanestro Napoli di Cirillo, che nel 2010 verrà estromessa dalla B dilettanti dopo pochi mesi a causa dei NAS non pagati. Nasce allora la Napoli Basketball che usufruisce della citata wildcard, stagione terminata degnamente e in estate l’accordo con Sant’Antimo per spostare campo di gioco e diritti a Napoli, il patron Calise però vede fallire il progetto già ad ottobre e il campionato resta privo di una iscritta. Ultimo tentativo è quello dell’Azzurro Napoli Basket e con l’acquisizione del titolo della Bianco Blu Bologna ecco tornare il basket sotto il Vesuvio in DNA Gold, futuro tutto da decifrare.
Firenze non vive stagioni migliori, ottiene la wild card dopo essere scesa in B Dilettanti e con lo sponsor Brandini Claag ottiene due sofferte permanenze, tuttavia nel luglio 2013 non si iscrive alla legadue Silver e in questo modo l’Affrico che partecipava alla B riesce a conquistare un ripescaggio che lascia i Gigliati in vita.
Bari parte con grandi velleità e raccoglie inizialmente risultati incoraggianti ma in questa stagione agonistica arriva la fine della corsa: il 9 giugno, cioè solo due giorni fa, annuncia che in seguito alla retrocessione in DNB (-2 in cassifica e una vittoria in tutto) rinuncerà alla partecipazione al campionato in cui ha diritto d’iscrizione e continuando esclusivamente nel settore giovanile.
In poco tempo le aspettative della Fip vengono puntualmente disattese e di fatto l’operazione wild card può essere tranquillamente archiviata come una delle mosse meno azzeccate e producenti dell’ultimo decennio. La base formata dalle società più solide e durature resiste negli anni e vede passare davanti a se avventure cestistiche effimere e destinate all’oblio, Palestrina è tra quelle che possono affermare “Noi siamo ancora qua!”
Wild card, una storia senza lieto fine
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