Fabrizio Longano sul mensile L’Indiscreto di gennaio 2013.
Coach Longano e la Pallacanestro Palestrina: che feeling è nato tra un giovane ma preparato coach e una Società blasonata che sta percorrendo una programmazione improntata su giovani dal sicuro avvenire a livello cestistico, tanto in Prima Squadra che nel Settore da Lei diretto.
Già da questa estate con le telefonate intercorse tra me e il D.S. (Mauro Braghese) mi affascinava la possibilità di allenare un gruppo molto giovane che doveva affrontare un campionato senior come la DNC confrontandosi con giocatori più esperti, per crescere e migliorare, e tutti speriamo calcare in futuro, qui o in altri posti, altre categorie. Dopo i primi mesi posso dire che è stata una buona scelta sia per l’atmosfera positiva e propositiva trovata in società, che per le motivazioni e la voglia di migliorare di ogni singolo giocatore di tutti e due i gruppi guidati da me (Prima Squadra ed Under 19 Eccellenza).
Che tipo di pallacanestro predilige e come ha trovato il movimento cestistico prenestino dal primo giorno del suo ingresso al PalaIaia di Palestrina.
Innanzitutto devo dire che sto lavorando all’interno di una società che a livello nazionale ha già dimostrato sia nel settore giovanile che nei campionati senior di saper raggiungere obiettivi importanti (promozioni fino in B1 e le diverse Finali Nazionali con tanto di Scudetto Under 21), quindi è più semplice per un allenatore muoversi in un ambiente che ti mette a disposizione mezzi e giocatori di buon livello. Personalmente è stato facile conciliare filosofia di gioco e struttura di squadra, grazie alla scelta azzeccata della società di sfruttare tutto quello di buono fatto negli anni precedenti nel settore giovanile, utilizzando tutto il materiale umano cresciuto nella Pallacanestro Palestrina.
La tradizione del basket a Palestrina è ben radicata e la storia parla chiaro. Secondo Lei ci sono le basi per costruire fondamenta mirate ad un degno rilancio in palcoscenici migliori dell’attuale DNC?
Siamo solo all’inizio di un ciclo che la Società si è posta di intraprendere ed è sicuramente troppo presto per tracciare qualsiasi bilancio e prospettive.
Dietro una squadra c’è sempre la mente di un coach:quanto può dare ancora Longano al Palestrina e secondo Lei ci sono dei ragazzi sui quali puntare decisamente?
Penso che quando si lavora in un gruppo tutte le componenti danno e ricevono qualcosa per crescere e raggiungere insieme qualsiasi obiettivo, tutte indistintamente e nella stessa percentuale, credo che insieme allo staff dirigenziale, tecnico e insieme ai ragazzi, abbiamo ancora tanto lavoro da fare per raggiungere i personali obiettivi.
Un giudizio sulla pallacanestro italiana, a parte le regole dei “padroni” che in un certo senso stanno sminuendo grandi realtà di Provincia a scapito dei Capoluoghi.
Questa domanda avrebbe bisogno di un approfondimento particolare che difficilmente in poche righe si può affrontare. Sicuramente ci sono delle problematiche che la nuova Presidenza nazionale andrà ad affrontare e cercare di risolvere, tenendo conto di tutte le realtà cestistiche, sia quelle a livello nazionale che a livello regionale e provinciale, che hanno ovviamente diversi bisogni, commisurati ai loro programmi ed alle esigenze che il tipo di campionato pone. Non è semplice individuare delle linee guida che riescano a far collimare tutte queste necessità.
Il ciclo Longano a Palestrina durerà a lungo?
Domanda impossibile a cui rispondere, così come ho parlato di una squadra che sta iniziando un percorso nuovo e il cui futuro è legato a come si lavorerà, come allenatore mi sento una di quelle componenti che in questo momento sta lavorando in maniera compatta giorno per giorno, ci stiamo concentrando sul presente affrontando il campionato domenica dopo domenica e più in là potremo valutare i risultati.