L’ultima occasione che Palestrina si giocò la salvezza in uno scontro diretto fu il 22 aprile 2007, era di domenica, sul parquet del palazzetto di Atri (quello nuovo, non il vecchio pala”lamiera” che aveva visto gli epici scontri di finale della stagione 2004-05). Al termine di una stagione negativa Palestrina si giocava quel penultimo posto nella regular season che sanciva la retrocessione diretta (solo per quella stagione erano 2 le retrocessioni immediate) in serie B.
Fu una sconfitta di misura (la quindicesima sconfitta esterna in quindici gare) 87-82 di fronte ad almeno 120 tifosi arancioverdi al seguito della squadra. I numerosi tifosi arancioverdi sugli spalti illusi dal punteggio in parità (69-69) quando mancavano 6′ e 38″ alla fine. Un campionato intero da giocarsi in poco più di 6 minuti e mezzo: questo riservò la stagione. Ma grazie anche a Ciaglia ed Auriemma, i due fischietti campani, che non videro una evidente infrazione dei giocatori locali che tolsero la palla da dentro il canestro mettendo la mano sotto la retina dal possibile 72 a 73 si passò al 74 a 71. Ultimi minuti e prima Sperduto e poi Laudoni lasciarono il campo per 5 falli. Ancora oggi il pensiero che sull’ 85 a 79 Di Lembo segnò la tripla del -3 (con 18 secondi da giocare per agganciare un supplementare che avrebbe riacceso speranze) fa venire i brividi. Finì sull’87-82 con i tifosi di Atri a festeggiare e i prenestini con le lacrime agli occhi (poi anche Atri, ai play out, retrocesse ).
Quell’ incontro salvezza fu preceduto da una settimana di passione e partecipazione; rileggiamo un articolo apparso sul sito palestrinabasket.it e quello che willyone riportò sul forum:
(da palestrinabasket.it 20 aprile 2007)
Tutti ad Atri
Duecento chilometri per non abbandonare la B di eccellenza, duecento chilometri per cullare una speranza, duecento chilometri per non smettere di sognare, duecento chilometri per non far sentire soli quelli che ancora hanno voglia di lottare, duecento chilometri per sostenere quelli che non hanno ancora voglia di mollare, duecento chilometri per chi vuole regalare un sorriso ai tifosi dopo una stagione maledetta, duecento chilometri per dire grazie a chi, comunque vada, ha creduto nel lavoro, nel sacrificio di una stagione in palestra, duecento chilometri per dare “chanche” a chi si è sentito, a metà stagione, tradito dal giocatore che si pensava ormai indissolubilmente legato, fino alla fine della carriera, ad una città che lo aveva adottato ed idolatrato, duecento chilometri per dare conforto a chi non ha saputo subito capire che Pinocchio è nato per dire bugie, duecento chilometri, comunque, per gettare le basi del futuro, qualunque esso sia; duecento chilometri per gridare che Palestrina c’è, duecento chilometri per dire a tutti che è cresciuta, che non ha più paura di partecipare ad un campionato forse più grande di lei, che si è presentata all’elite del basket dilettantistico senza neppure una casa tutta sua. Duecento chilometri, appunto duecento chilometri che ci separano dal partecipare o semplicemente dall’ascoltare per radio quale sarà il destino della TLC Palestrina. E se sei ancora indeciso, se pensi che dopo tutto non vale la pena fare duecento chilometri per riprovare le sofferenze di due anni fa, se pensi che duecento chilometri sono un sacrificio che questa sfortunata stagione forse non merita… fermati: accendi il motore e fai i duecento chilometri, perché non c’è speranza che non meriti di essere coltivata fino alla fine, perché non c’è numero che non possa essere ribaltato, perché anche se Atri ha due punti in più in classifica e 4 punti di vantaggio nello scontro diretto, se ha vinto 8 gare in casa e perse solo 6, anche se ha segnato 85 punti di media in casa e subiti 80, anche se la TLC in trasferta non ha mai vinto e segna solo 65,5 punti a gara, anche se Palestrina subisce 82,4 punti di media quando gioca in trasferta, anche se … proprio non pensi che ci possa scappare la sorpresa… lasciati andare e vieni a tifare una maglia che anche una retrocessione non potrà infangare. Duecento, maledetti, chilometri … ma ne vale la pena. (agafor)
Poi su basketforum café apparse la risposta di willy_one
L’amore può misurarsi in tante maniere diverse….Sant’Agostino in merito scriveva ” la misura dell’amore è amare senza misura” …..anche se si tratta di un amore diverso dai soliti, il mio amore per la squadra di Basket che rappresenta la nostra città in giro per l’Italia è un AMORE GRANDE……ma a differenza degli altri amori questo mio “amore” si può misurare, si , si può misurare in Km e se oramai sono solo 200 i km (come ha detto il caro amico AGAFOR) che ci separano dall’atto finale, durante la stagione quanti km ho macinato per seguire questi ragazzi che vestono la maglia arancioverde?…..tanti , tanti……..ho provato a contarli e inserendo anche la trasferta di Atri ne ho accumulati 5860…..si 5860 km di amore per il Palestrina basket…..un amore lungo 5800 km….quante risate, quanti pianti, quanti sogni fatti percorrendo quei Km…..quante speranze nei viaggi di andata e quante delusioni in quelli di ritorno…..ma io sono stato e sarò sempre vicino a questa squadra, nelle gioie e nei dolori (sportivi)…..i giocatori cambieranno così come gli allenatori e i presidenti……il PALESTRINA BASKET ci accompagnerà ancora per tantissimi anni in giro per l’Italia……..
(Willyone…..sde legend supporters dentro!)
La prossima settimana un concentramento a tre (ancora non si conosce la sede) stabilirà se Palestrina potrà salvare il suo campionato: stavolta addirittura si rischia di scendere in DNC (la stessa conquistata dai giovani con la Virtus Praeneste) quanti saranno disposti a seguire la trasferta della ITOP? Personalmente non viviamo quel phatos che ci fece avventurare in macchina per 400 km ma anche il contesto attuale che circonda la squadra ci sembra compelatamente diverso: è cambiato qualcosa?
Perchè? Come mai? Trovare una risposta a questi interrogativi è come scrivere il futuro della pallacanestro a Palestrina.
Interroghiamoci!